Ricerca Life Insurance, novembre 2019

Differenze fra polizze di gruppo e individuali

Proteggere il reddito dalle conseguenze finanziarie dei rischi biometrici

Differenze fra polizze di gruppo e individuali

Differenze fra polizze di gruppo e individuali

Premessa
In collaborazione con Prometeia, elipsLife ha recentemente pubblicato una ricerca analitica sulla protezione offerta dal sistema previdenziale pubblico (il cosiddetto primo pilastro) e da sistema previdenziale integrativo, ad esempio legato al welfare aziendale (secondo pilastro).

L’obiettivo è stato quello di analizzare e aiutare a comprendere i fabbisogni di protezione economica derivanti dal rischio biometrico (eventi a bassa frequenza e ad alta severità, quali il decesso o l’invalidità) dei lavoratori italiani, al fine di sollecitare una riflessione in tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni in tema di protezione dei lavoratori e nei lavoratori stessi, per aiutarli a capire quali sono le scelte e le possibilità.

La ricerca si rivolge alle Organizzazioni sindacali, ai rappresentati di categoria e ai responsabili delle risorse umane in azienda nell’intento di fornire uno strumento che possa sensibilizzarli verso questa tipologia di welfare.

Principali messaggi emersi dalla ricerca
Il sistema di welfare pubblico italiano, il cosiddetto primo pilastro, è oggi insufficiente per proteggersi dall'impatto finanziario di eventi gravi come la morte e l'invalidità permanente. D'altra parte, solo il 3% circa del fabbisogno complessivo stimato di protezione dei lavoratori italiani è ad oggi coperto da polizze vita collettive e individuali. Questo lascia l'82% dei salari lordi italiani senza alcuna assicurazione contro i rischi biometrici.

Numerosi esempi concreti mostrano quali sarebbero gli impatti economici per un individuo qualora si verificasse un evento avverso, quantificando le risorse finanziarie rese disponibili dal primo pilastro e facendo emergere il relativo fabbisogno finanziario scoperto.

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La sottoassicurazione dai rischi biometrici ha un impatto negativo non solo per l’individuo ma anche per l’intera collettività, chiamata a supportare la previdenza, la sanità e l’assistenza sociale attraverso il pagamento di nuove imposte.

Le polizze di gruppo costituiscono la modalità di protezione più efficiente in primo luogo perché assicurando un gruppo il rischio è omogeneo e prevedibile, per cui il costo del rischio è più basso. In secondo luogo, essendo contratte da una persona giuridica per una collettività i costi operativi sono inferiori rispetto alla gestione individuale del contratto. Infine, le dimensioni del gruppo assicurato con intermediazione “one-to-many” permettono l'applicazione di commissioni più basse.

Oltre a ciò, i rischi biometrici sono i casi che è più razionale coprire con soluzioni assicurative che beneficino dei vantaggi collegati alla mutualità assicurativa che consente di ottenere, a fronte di un premio assicurativo ridotto dalla rarità dell’evento, una prestazione molto elevata in rapporto al premio pagato.

Nel presente articolo poniamo l'accento sulle principali differenze fra le polizze di gruppo e le polizze individuali.

Differenze fra polizze di gruppo e polizze individuali
Le polizze individuali (o retail) riguardano una singola persona o al più la sua famiglia. A parità di fattori, e al netto di eventuali compensazioni all’interno del gruppo, le polizze individuali hanno un costo maggiore rispetto a quelle collettive, in relazione al rischio di anti-selezione (non tutti gli individui e i gruppi possono essere “convenientemente” assicurabili), costi di gestione più alti e costi di marketing superiori.

Vediamo nel dettaglio quali sono i fattori che determinano il maggior costo delle polizze individuali rispetto a quelle collettive.

In primo luogo le polizze individuali scontano un maggiore rischio di anti-selezione, ovvero la possibilità di non possedere tutti i requisiti per poter essere soggetti assicurabili; quelle collettive invece assicurano un gruppo, per cui il rischio è molto più omogeneo e prevedibile, e il costo del rischio più basso.

In secondo luogo le polizze individuali determinano costi operativi più elevati, legati alla gestione individuale del contratto; quelle collettive invece hanno modalità semplificate di assunzione del rischio, di comunicazione agli assicurati, essendo contratte da una persona giuridica per una collettività, quindi costi operativi inferiori. Nel grafico che segue potete trovare un esempio concreto: la stessa somma assicurata, lo stesso soggetto assicurato e per lo stesso intervallo di tempo. Le individuali costano più del doppio rispetto alle collettive!

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Infine, le polizze individuali prevedono maggiori costi di distribuzione (commissioni, spese di marketing, formazione), in particolare se distribuite attraverso un modello “one to one” tipico dell’agenzia tradizionali (commissioni medie del 25-40%, upfront rispetto al premio); le polizze collettive, per definizione, sfruttano la dimensione del gruppo assicurato (effetto scala) e l’intermediazione “one to many” con il responsabile delle risorse umane, o con altro responsabile, per conto di tutti i dipendenti o affiliati (commissioni annue medie del 10-20%; < 5% in caso di gare pubbliche).

Conclusione
Appurate le differenze principali tra le stipule delle due polizze, occorre assicurarsi che i lavoratori dipendenti abbiano ben chiaro quali sono i vantaggi che ne potrebbero scaturire. Assicurare i propri iscritti contro le conseguenze finanziarie di malattie e infortuni, in particolare contro i rischi di decesso e di invalidità, permetterebbe alle aziende e alle casse previdenziali di avere un ruolo più ampio nella protezione delle famiglie dei propri dipendenti e iscritti e offrire un "vero welfare" attraverso la sottoscrizione di polizze collettive. Infatti, come visto, a parità di condizioni e somma assicurata, le soluzioni collettive offrono risparmi importanti rispetto ad analoghe assicurazioni individuali. L’indennizzo è netto, permane il beneficio delle agevolazioni fiscali e il premio per la copertura è frazionale rispetto a quello delle polizze individuali. Crediamo che sia necessario promuovere un dibattito su questi temi che, seppur potenzialmente nell’interesse di tutti, vengono paradossalmente accantonati a favore di prestazioni certamente interessanti per il lavoratore ma meno cogenti.

Per una disamina completa su come calcolare il proprio fabbisogno e sugli altri temi riguardanti il gap di protezione in Italia vi invitiamo a seguire i prossimi approfondimenti e a visionare la ricerca completa Life Insurance.

 

 

Personal Profile
Massimo Carassinu
CEO Italy

Massimo Carassinu ha una profonda conoscenza dei settori delle assicurazioni e riassicurazioni sulla vita e malattie, e nel 2012 è entrato a far parte del gruppo Swiss Re. Prima di unirsi a elipsLife, Massimo Carassinu ha guidato progettazione e sviluppo del target operating model di Swiss Re Life Capital e ha lavorato nell’ufficio operativo del ramo prodotti vita e malattie. Durante i 7 anni con McKinsey, ha sviluppato una notevole esperienza nell’ambito della consulenza strategica. Ha un master in gestione della produzione presso la Chalmers University of Technology in Svezia e un master in ingegneria industriale e management presso il Politecnico di Milano in Italia. Da febbraio 2017 guida l’ingresso sul mercato di elipsLife in Italia ed è attualmente responsabile per lo sviluppo e le operazioni aziendali sul mercato italiano.

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